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L'EDUCAZIONE DI GENERE: UNA RIFLESSIONE SUL CONTESTO ITALIANO

di Serena Romano

Introduzione

Negli ultimi anni, l’educazione di genere è emersa come un tema centrale nelle discussioni sull’inclusività, l’equità e il benessere scolastico e sociale. In Italia l’educazione di genere sta affrontando sfide significative a causa di resistenze politiche e sociali, ma ci sono anche iniziative che ne promuovono l’integrazione nei percorsi scolastici. L’approccio centrato sulla persona, che enfatizza l’importanza di riconoscere l’individualità di ogni persona, con particolare attenzione ai suoi bisogni, sentimenti ed esperienze soggettive, trova una naturale applicazione nell’educazione di genere, specialmente in contesti in cui le identità di genere tradizionali vengono messe in discussione o ampliate per comprendere la diversità.


Che cos’è l’educazione di genere?

In un momento in cui questo aspetto è al centro della discussione pubblica e del mondo della scuola, ancora poco è stato fatto in Italia per recepire e attuare le normative internazionali e le raccomandazioni della Comunità Europea, nonostante i vincolanti accordi presi con la ratifica della Convenzione di Istanbul. In attesa delle linee guida annunciate dal Dipartimento delle pari opportunità, il tema viene affrontato in molteplici modalità nei diversi ambiti di intervento, dagli asili nido fino all’università, anche con evidenti contraddizioni teoriche.


L’educazione di genere si riferisce all’insieme di pratiche e insegnamenti volti a sensibilizzare bambini, adolescenti e adulti sulle questioni relative al genere. Questo comprende la promozione dell’uguaglianza tra i sessi, il superamento degli stereotipi di genere e la comprensione delle identità di genere non conformi. In un mondo sempre più globalizzato e interconnesso, l’educazione di genere assume una rilevanza fondamentale non solo per garantire il rispetto dei diritti umani, ma anche per promuovere una cultura della pace e della coesione sociale.


L’educazione di genere è fondamentale per promuovere modelli di relazione positivi, sviluppando un pensiero critico tra i giovani rispetto a stereotipici modelli di genere, quali quelli divulgati dai mass media. Molti studi evidenziano da sempre il ruolo della scuola nella prevenzione della violenza di genere tra i giovani e la promozione delle relazioni basate sulla tolleranza, sul rispetto, le pari opportunità e contro tutte le discriminazioni. Inoltre, l’educazione di genere concorre a colmare il gender gap e a colmare le differenze di genere nei risultati educativi, nell’accesso al lavoro, nell’istruzione, nella rappresentanza politica e mediatica, nonché a prevenire la violenza e la discriminazione, sostenendo l’aiuto al welfare e alla conciliazione tra famiglia e lavoro.


L’approccio centrato sulla persona nell’educazione di genere

L’approccio centrato sulla persona, applicato al contesto dell’educazione di genere richiede che gli educatori si concentrino sulle esperienze individuali degli studenti, riconoscendo che ogni persona vive il proprio genere in modo unico e soggettivo. L’obiettivo è di creare un ambiente sicuro e accogliente in cui le persone si sentano libere di esplorare e sviluppare la propria identità, senza temere giudizi o discriminazioni.


Empatia

Nell’ambito dell’educazione di genere, l’empatia implica la capacità degli educatori di comprendere e condividere le esperienze degli studenti, in particolare quando queste esperienze divergono dai modelli tradizionali di genere. Questo significa non solo ascoltare attivamente gli studenti, ma anche impegnarsi nel cercare di comprendere il loro punto di vista senza pregiudizi.


Autenticità

L’autenticità è fondamentale per costruire un clima di fiducia. Gli educatori che abbracciano un approccio centrato sulla persona sono chiamati a essere sinceri nel loro modo di porsi e di comunicare, creando uno spazio in cui gli studenti si sentano a loro agio nell’esprimere la propria identità e le proprie difficoltà legate al genere.


Accettazione incondizionata

L’accettazione incondizionata, o “considerazione positiva incondizionata”, implica che l’educatore accolga ogni studente per quello che è, indipendentemente dal suo genere o dalla sua identità sessuale. Questo principio è cruciale per abbattere le barriere psicologiche che gli studenti possono incontrare nel rivelare o esplorare la propria identità di genere.


La situazione dell’educazione di genere in Italia

In Italia l’educazione di genere è stata spesso oggetto di dibattito politico e sociale. Negli ultimi anni molte iniziative educative sono state lanciate per promuovere la consapevolezza di genere nelle scuole, ma hanno incontrato una resistenza significativa, soprattutto da parte di gruppi conservatori e religiosi. Spesso, il termine “ideologia gender” viene utilizzato in modo errato per suscitare paure e disinformazione, impedendo un dibattito costruttivo sull’argomento.

Nonostante queste difficoltà, esistono progetti pilota in diverse regioni italiane che mirano a introdurre l’educazione di genere nelle scuole. Questi progetti cercano di andare oltre gli stereotipi di genere, promuovendo il rispetto reciproco e l’inclusività. Alcune scuole hanno implementato corsi di sensibilizzazione che coinvolgono studenti, insegnanti e genitori, con l’obiettivo di creare una cultura scolastica più inclusiva.


Le sfide politiche e sociali

Uno dei principali ostacoli all’educazione di genere in Italia è la forte polarizzazione politica sull’argomento. Alcuni partiti politici sostengono che insegnare il rispetto per le differenze di genere sia un attacco ai valori tradizionali della famiglia. Questo ha portato all’introduzione di leggi regionali che vietano l’insegnamento di tematiche di genere nelle scuole, limitando quindi la possibilità per molti giovani di ricevere un’educazione completa e inclusiva.


L’evoluzione delle pari opportunità sono proprio le politiche di genere, che pongono attenzione non solo al principio di uguaglianza, ma a quello della salvaguardia della specificità delle differenze. Se le pari opportunità sono rivolte prevalentemente alle donne, e cercano di correggere la mancanza della loro partecipazione in tutti i campi della vita sociale ed economica di un paese attraverso il meccanismo del 50% e 50%, le politiche di genere si interrogano ad esempio sull’impatto di genere di una legge. Una legislazione apparentemente a favore delle donne ad esempio, potrebbe non esserlo per le persone LGTIBQ e quindi discriminare invece che includere.


Non sempre dunque, il meccanismo delle pari opportunità si è dimostrato efficace nelle legislazioni, poiché è animato, sebbene con tutte le buone intenzioni, da un principio di quantità piuttosto che di qualità: quante donne e non quali donne. Ovviamente tale principio, pregno della volontà di rappresentare nelle istituzioni e negli ingranaggi del potere metà del genere umano, non è certamente da scartare, ma va integrato con le politiche di genere, che si rivolgono non solo all’aspetto sessuale (donne/uomini/intersessuali) ma anche all’aspetto di genere (come i sessi sono socialmente costruiti e rappresentati). È secondo quest’ultimo modello che a livello comunitario viene promossa l’introduzione dell’educazione di genere nei contesti educativi. Un altro fattore complicante è la mancanza di una formazione adeguata per gli insegnanti su questi temi. Sebbene alcuni insegnanti siano entusiasti di introdurre argomenti relativi al genere nelle loro lezioni, molti non hanno gli strumenti o le risorse per farlo in modo efficace. Questo rende urgente l’implementazione di programmi di formazione che forniscano agli educatori competenze su come gestire discussioni sensibili e su come supportare al meglio gli studenti.


Iniziative e prospettive future

Nonostante le sfide, vi sono segnali positivi di cambiamento. Alcune università italiane offrono corsi e seminari sull’educazione di genere, preparando una nuova generazione di insegnanti ed educatori ad affrontare queste tematiche con competenza e sensibilità. Inoltre, diverse organizzazioni non governative e associazioni per i diritti umani stanno spingendo per una maggiore inclusione dell’educazione di genere nel curriculum scolastico nazionale.


Il futuro dell’educazione di genere in Italia dipenderà dalla capacità di affrontare le resistenze culturali e politiche e di sviluppare strategie educative che siano sensibili ai bisogni di tutti gli studenti. L’approccio centrato sulla persona potrebbe essere la chiave per superare queste difficoltà, poiché pone l’accento sull’individuo e sulle sue esperienze uniche, permettendo a ciascuno di sentirsi valorizzato e rispettato.


Conclusione

L’educazione di genere con l’approccio centrato sulla persona rappresenta un passo importante verso una società più inclusiva e rispettosa delle diversità. In Italia, nonostante le difficoltà politiche e sociali, vi è una crescente consapevolezza dell’importanza di educare i giovani al rispetto delle identità di genere. Se integrata con successo nelle scuole e nella società, l’educazione di genere può contribuire a costruire una comunità più equa, empatica e aperta al dialogo.

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